VIA DI DOGNA
Testo "PaMa" - Web/Foto "PaMa"

Monti:
Alpi Giulie Orientali
Partenza:
Plan dei Spadovai Locanda Due Pizzi - Fam. Compassi 1874 m slm
Carta Tabacco:
18
Arrivo:
Biv. Suringar - 2257 m
Sentieri:
Via Alpinistica
Dislivello max:
1400 m (fino alla via Amalia)
Difficoltà
Alta
Note percorrenza:
2h 20m avvicinamento
3h 20m arrampicata
Periodo:
23 agosto 2009

Partecipanti:
Andrea, Laura, Paolo ed Enrico


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Ecco la descrizione di un'altra "perla" delle nostre Giulie, ennesimo grande desiderio finalmente realizzato, un itinerario storico, salito per la prima volta nel Settembre 1882 da Giacomo e Pio di Brazzà, Attilio e Domenico Pecile, Francesco Marcon, Pietro Pittini e Antonio Siega: la Via di Dogna che come scrive Luca Vuerich, nel suo sito: "un viaggio nel cuore della parete ovest della montagna più alta delle Giulie italiane".





Più che una “via di arrampicata”, è da considerarsi come un “itinerario alpinistico”, in quanto le difficoltà rimangono sempre attorno al II grado, raggiungendo forse il III° in qualche singolo passaggio.


Molto affascinante, offre degli scorci di incredibile bellezza in un ambiente selvaggio e totalmente incontaminato, in quanto “dimenticata” a causa della più facili, brevi e attrezzate vie di salita: da Sud (la via Normale con la scala Pipan - vedi scheda 7/2004) oppure dalla Grande Cengia e su per la Findenegg - vedi scheda 21/2006) e da Nord-Ovest (la via Amalia - vedi scheda 17/2006)).

Un percorso comunque da non sottovalutare in quanto, nonostante la "minima" difficoltà tecnica di arrampicata, il dislivello totale tocca i 1400m (se si vuole raggiungerela cima del Montasio si arriva a quasi 1900 m), senza considerare il percorso di ritorno.

Infatti nel nostro caso è stato perfettamente organizzato con doppia auto in modo da farsi riportare in val Saisera.


Tardo pomeriggio del 22 agosto 2009, parto insieme ai carissimi Andrea ed Enrico, destinazione Val Saisera e più precisamente il Rif. F.lli Grego, dove ci si deve incontrare con gli altri partecipanti e soprattutto con le due Guide Alpine: Ennio Rizzotti e Luca Vuerich (la terza Guida, Aldo Michelini la incontreremo domani).
Giusto il tempo di arrivare al Rifugio e si scatena un'acquazzone che ci impedisce di arrivare alla nostra vera prima meta: Plan dei Spadoai a circa 5 km dal Rif. F.lli Grego, in direzione di Dogna presso la Locanda Due Pizzi gestita dalla Fam. Compassi, ma la grande gentilezza e bontà della gente di montagna ci viene in aiuto infatti grazie a Renato Ben (gestore del Rif. F.lli Grego) e a Federico Compassi (gestore della Locanda Due Pizzi) eccoci trasportati in auto fino alla Locanda Due Pizzi...(altro che Servizio Taxi...).







La serata trascorre in modo piacevolissimo; facciamo le conoscenze con il resto del gruppo, mangiamo e soprattutto beviamo, (in particolare il lato nord della tavola, cioè il nostro) in modo eccezzionale, bravissima la Cuoca e gentilissimo Federico, un locale da me sconosciuto ma da ritornarci sicuramente.







Mattina presto di domenica 23 agosto 2009. Dopo aver fatto un'abbondante ed ottima colazione, si parte.




Imbocchiamo la mulattiera che attraversa il torrente (segnavia n. 651), perdendo leggermente di quota in direzione sud.

Qui incrociamo il furgone del mitico Aldo Michelini dove, da vero uomo di montagna, ha trascorso la notte.




Dopo circa 200 m si incrocia sulla destra un sentiero che sale nel bosco in direzione della Torre Alba.
(E' necessario fare molta attenzione ad imboccare il sentiero giusto, infatti vi sono nella zona numerosi sentieri di cacciatori non segnati sulla cartina, ed è quindi facilissimo sbagliare.)


































Se si è imboccato il sentiero giusto a quota 1050 circa si incontra una biforcazione con indicazioni “Via
di Dogna, Bivacco Muschi”
.















La traccia di sentiero continua a salire uscendo dal bosco e attraversando dapprima la Val Rotta, per imboccare poi una cengia con mughi che si inoltra nel vallone del Rio Montasio, prendendo rapidamente quota.


Seguendo i pochissimi bollini rossi ed ometti si percorre tutta la cengia.











Affrontiamo qualche tratto più verticale alternato a saliscendi.













Si attraversa un tratto esposto denominato “Pas Cjatif”, attrezzato con cavo metallico (a quota 1450 ca).......




















........ fino a giungere in un grande circo roccioso/ghiaioso (a quota 1650 ca) da cui si obliqua verso sinistra un’evidentissima ed invitante rampa di mughi e rocce.

 

Panorama selvaggio e da mozzafiato.









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